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Recupero crediti, come rientrare delle fatture non pagate

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Ne parla Giampaolo Tatriele, Ceo di Credit Group Italia

Roma, 9 Sett. (askanews) – Oltre l’80% delle aziende italiane ha in contabilità fatture non pagate da oltre sei mesi. Un problema rilevante che spesso induce il creditore a non adire le vie legali soprattutto quando la cifra da incassare non supera i 2mila euro: “Il ragionamento che fanno molti imprenditori -spiega Giampaolo Tatriele, Ceo di Credit Group Italia- è, diciamo così, sintetico. Ritengono che la somma dovuta, alla fine, sia inferiore rispetto alle spese da sostenere in caso di azioni giudiziali e per questo mollano anticipatamente la presa. Da tale considerazione, abbiamo deciso di offrire una soluzione che possa ovviare al problema. Abbiamo cioè studiato una strategia che mostra la nostra organizzazione come una vera e propria evoluzione di uno studio legale”.Sono due i campi di operatività nel recupero crediti: il primo è quello stragiudiziale rivolto a crediti insoluti derivanti da utenze non pagate con importi fino a mille euro, il secondo è, di contro, quello giudiziale con tutta la procedura che ne consegue: “Interveniamo -ricorda Tatriele- con una dinamica operativa che prevede l’addebito delle spese sostenute al debitore. Questo è un punto focale perché spesso, proprio per motivi economici, il creditore decide di desistere. Preferisce cioè emettere una nota di credito piuttosto che avventurarsi in un percorso ritenuto tortuoso e dispendioso. La nostra soluzione cancella questo problema, con risultati, ottenuti dal nostro team legale composto da 41 avvocati, che risultano rilevanti: il 35% dei crediti vantati rientra dopo una semplice diffida legale. La quota restante prosegue attraverso il percorso giudiziario, con la certezza che, alla fine, il debitore dovrà accollarsi anche le spese previste dall’iter”.Una strada percorribile dunque che prevede una fase istruttoria: “Prima di intraprendere il percorso giudiziale -afferma Tatriele- effettuiamo una pre-verifica che ci dà contezza della possibilità di agire o meno. L’elemento più importante è però la rapidità dell’intervento. Una volta che la fattura risulta scaduta da oltre 60 giorni, l’imprenditore non deve perdere ulteriore tempo. Agire in fretta significa avere più chance nel rientrare della somma vantata. Cosa che accade, in media, fra i 3 e i 6 mesi. Una soluzione efficace per un problema ormai diffusissimo che riguarda tutte le regioni italiane e tutti i settori. Un tempo, l’edilizia era l’ambito maggiormente bersagliato. Oggi il fenomeno delle fatture non pagate non lascia nessuno indenne”.

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